La Via dei Frati





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La via dei Frati è una proposta di cammino che si snoda lungo strade provinciali, trazzere, sterrate e sentieri montani per 173,2 km da Caltanissetta a Cefalù.

L’idea nasce dal desiderio di percorrere a piedi l’entroterra siciliano, così come per secoli hanno fatto i Frati questuanti, che dai conventi maggiori, si spostavano fin nelle più remote campagne per raccogliere la questua da portare ai loro confratelli, con spirito di umiltà e dividendo quel poco che avevano con le persone più bisognose.

Fino a qualche anno fa, la memoria dei “Monaci di Cerca” era viva nei paesi attraversati dalla Via dei Frati, e numerose sono le testimonianze del loro passaggio: dai conventi di Petralia, Gangi, Geraci Siculo, Blufi e Caltanissetta, agli ospizi utilizzati per il periodo estivo come quello presente a Resuttano. Ma non solo. Tra i Frati ricordiamo insigni scultori, che con le loro opere hanno accresciuto talmente il sentimento religioso che molte di queste sono attualmente venerate e hanno creato un vero e proprio movimento di pellegrinaggio continuo nelle chiese e nei santuari dove si trovano, come il Crocifisso di Castel Belici, opera di Frate Innocenzo da Petralia, ed i crocifissi di Frate Umile a Petralia Soprana ed a Geraci Siculo.

In questo elenco di Frati non mancano i Santi: da San Felice di Nicosia, che seppure geograficamente poco distante dal tragitto, ha invaso con il suo carisma buona parte del centro Sicilia, a San Gandolfo di Polizzi Generosa, frate di origini lombarde, morto nella settimana santa del 1260 nel paese madonita, al frate francescano Michele Giarratana, che dopo aver visto in sogno l’Arcangelo Michele proteggere la città di Caltanissetta dalla peste, iniziò ad essere considerato egli stesso un Santo e pertanto acclamato in vita e invocato dopo la sua morte.

Il percorso si propone inoltre come ideale Via Micaelica siciliana, in quanto ha la sua origine a Caltanissetta, luogo del Miracolo dell’Arcangelo, attraversa il luogo in cui da qualche anno è stato collocato un quadro di San Michele alle falde del Monte Alto, di fronte Petralia Sottana, luogo di profonda religiosità e di pellegrinaggio a Maggio e Settembre, e giunge a Cefalù, protetta dall’attuale Santuario di Gibilmanna, ed in epoca remota da una chiesetta eretta dai benedettini dedicata a San Michele sulla Cima di Pizzo S. Angelo, poco più in alto dell’attuale convento francescano.



Le tappe:
Caltanissetta – Marianopoli (23,400 km): attraversa il territorio agricolo della Valle del Salito, un’area a prevalenza cerealicola fino alla Masseria Mimiani immersa in oliveto secolare con alberi imponenti. Prevalenza asfalto e tratti di sterrata.
Marianopoli – Castel Belici – Resuttano (23, 500 km): il paesaggio diventa più collinare e accanto ai campi aperti si incontrano maggiormente alberi da frutti, vigneti e uliveti. Il santuario di Belici è meta di pellegrinaggio da parte di fedeli della provincia di Caltanissetta e dell’area Madonita, dalla primavera all’autunno ed in particolare il 3 Maggio, giorno della festa del “Signuri di Bilici”. Prevalenza asfalto.
Resuttano – Madonna dell’Olio (Blufi) – Calcarelli (Castellana Sicula) – Polizzi Generosa (25 km): si costeggia il Parco delle Madonie raggiungendo il primo tratto del Fiume Imera Meridionale e i primi paesi della provincia di Palermo. Tratti di sterrata, asfalto e sentieri di campagna.
Polizzi Generosa – Madonna dell’Alto – Petralia Sottana (18,200 km): tappa montana impegnativa con guadagno e perdita di quota di 1000 metri. La Madonna dell’Alto è il Santuario Mariano più in alto d’Italia ed è meta di pellegrinaggio in particolare nella prima metà di Agosto, fino al 15 del mese, giorno della Festa della Madonna. Sterrata e sentiero di montagna con tratti di pietraia.
Petralia Sottana – Petralia Soprana – Gangi (14,800 km): si attraversano i luoghi dei due frati scultori petralesi, Umile e Innocenzo, con tracce mirabili nelle chiese dei due borghi. Suggestiva la discesa verso la contrada Salinella, dove opera la miniera di Sale dell’Italkali, luogo che parla di fatica umana nelle viscere della terra. Il percorso da lì è tutto in salita fino a giungere alla visione di Gangi distesa sulla sua collina e del Santuario dello Spirito Santo. Il Santuario attira pellegrini dai paesi vicini il lunedì dopo Pentecoste, quando si festeggia lo Spirito Santo con una processione suggestiva con circa 40 statue di Santi. Breve tratto di asfalto, strada lastricata con pietra, sentiero di campagna.
Gangi – Geraci Siculo (15 km) : tratto quasi tutto su sentiero, come il precedente di riposo. Si svalica una piccola serra e si riscende nel vallone dietro l’abitato di Geraci, dove un inatteso ponte mediovale in pietra ci permette il passaggio. Sentiero asfaltato, sterrata.
Geraci Siculo – Castelbuono (21,600 km): Tratto immerso nel parco delle Madonie, sentieri che non sono sempre ben marcati , e battuti da animali, per cui è facile perdere la direzione se non si è esperti. Alcuni attraversamenti di steccati di pastori da cui comunque si passa agevolmente. Suggestivi i passaggi dalla Chiesetta di San Cosimano e dal Cozzo Scaletta di Alfano. Sentieri, a volte non ben marcati e asfalto nell’ultimo tratto.
Castelbuono – Isnello – Gibilmanna (23 Km): tappa difficile ma suggestiva nelle vedute dal Monte Grotta Alta e nella discesa verso Gibilmanna in cui si vede la costa settentrionale dell’Isola e il mare. Si guadagnano e si perdono 1000 metri nella tratta. Gibilmanna è da sempre luogo di pellegrinaggio. Avvicinandosi alla prima domenica di Settembre, Festa della Madonna, centinaia di pellegrini si ritrovano ai piedi della splendida macchina marmorea della Vergine. Sede di un attivo convento francescano è possibile soggiornarvi per la notte. Sentiero segnato in maniera discontinua da segnaletica CAI.
Gibilmanna – Cefalù (8,700 km): tratto breve e tutto in discesa, lungo quello che rimane dell’antica trazzera che i pellegrini percorrevano dal mare verso il Santuario posto a 800 metri s.l.m. Il primo tratto si attraversa il sentiero Salvabosco del Geopark delle Madonie, mentre in seguito si alternano tratti di asfalto e tratti si sentieri tra villette adagiate sul monte verso il mare. Raggiungere Cefalù per il Viandante della Via dei Frati è come raggiungere il “Fines Terrae” per il pellegrino che ha raggiunto Santiago, con il valore aggiunto che la meta finale avviene davanti al Cristo Pantocratore del Duomo Normanno, e davanti ad un mare limpido in cui immergere e sciogliere le fatiche del Cammino.

La Via dei Frati ha creato nel tempo una rete di contatti che ha attivato realtà locali e associazioni sensibili allo sviluppo del territorio e alla riscoperta del territorio, tramite un turismo “lento.

In ogni tappa è possibile trovare luoghi di accoglienza e ospitalità che ben conoscono lo spirito della Via dei Frati. Una credenziale scaricabile dal sito internet della Via può essere usata come passaporto del Viandante ed essere timbrata in ogni meta raggiunta.

Il periodo di percorrenza consigliato è dalla primavera all’autunno inoltrato. Il consiglio è di organizzarsi in concomitanza delle feste patronali o dei periodi di pellegrinaggi dei singoli santuari e luoghi di culto, per apprezzare lo spirito della Via di conoscenza delle tradizioni di cui sono ricchi i luoghi attraversati dalla Via. Sul sito web della Via dei Frati è possibile trovare informazioni utili su ospitalità e informazioni utili.