4 Cammini da Capizzi

Da Capizzi cittadina nebroidea, nota per il culto di San Giacomo, l'Associazione San Francesco d'Assisi, persegue lo scopo di ripristinare tutti i vecchi pellegrinaggi che si facevano dall'Aurea città verso il Santuario della Madonna della Lavina a Cerami il 6 settembre, verso la Chiesa di San Silvestro a Troina nell'ultima settimana di Maggio e verso la Chiesa della Madonna della Catena a Nicosia l'8 di settembre.
Si aggiunge un quarto itinerario per la festa di San Giacomo Apostolo il 24 luglio








Il pellegrinaggio verso il Santuario della Madonna della Lavina a Cerami inizia verso le ore 15,00 del 6 Settembre dalla Piazza San Giacomo. Si percorre la strada Provinciale sp 168 fino al rifornimento Esso, per poi proseguire lungo la trazzera regia Capizzi - Cerami (Abbazia Santa Maria Del Piano). Si arriva alla sorgente Lavina, chiesa della Lavina. 

Dopo il pellegrinaggio Santa Messa del Pellegrino.
La maggior parte della strada è asfaltata e sterrata. 
Nell'ultimo pellegrinaggio hanno partecipato più di 80 pellegrini.







Il pellegrinaggio verso il Santo Patrono San Silvestro e Concittadino troinese viene effettuato in un giorno dell'ultima settimana di Maggio.
Dopo 300 anni, si è percorsa di nuovo  la vecchia trazzera regia Capizzi - Troina (Giancastello- Pietrarossa- Fontanelle), attraversando la diga Ancipa. 
Tempo di percorrenza quasi 6 ore di cammino.


La tradizione e la storia afferma che i devoti capitini andassero a Troina PER RICEVERE GRAZIE e per liberare i poveri contadini affetti di ernia. Poi è il Santo pellegrino patrono dei forestieri.





Il pellegrinaggio verso la Chiesa della Madonna della Catena inizia verso le 12.00 di giorno 8 settembre festa della natività di Maria Santissima. I capitini molto devoti alla Madonna della Catena effettuano il pellegrinaggio anche a piedi scalzi percorrendo la trazzera regia Capizzi Nicosia fino alla bivio Vigneta per poi proseguire lungo la strada statale 120. 


Tempo di percorrenza 6 ore circa.

La statua raffigura una Vergine dall’espressione del viso molto dolce, con lunghi capelli scuri ed ondulati sulle spalle, la pelle molto chiara e una catena sorretta con una mano, per la quale appunto viene ricordata come “Madonna della Catena”. Sull’altro braccio stringe invece il Figlio Infante. Entrambe le figure hanno sul capo una corona ed il Bimbo regge su una sua manina il mondo. Ai loro piedi puttini e nuvole.

Le origini del culto sono antiche. Si racconta che nel 1392, a Palermo, tre uomini vennero ingiustamente condannati all’impiccagione, ma proprio mentre in una piazza si stavano preparando le forche per loro, si scatenò un tremendo temporale, che fece fuggire il popolo che era presente per assistere all’esecuzione e che costrinse carnefici e condannati a rifugiarsi in una vicina chiesetta. I tre uomini vennero legati con grosse catene all’altare della Madonna, perché non fuggissero. Continuò a piovere per tutta la giornata e di notte le guardie furono costrette a rimanere nella chiesa per sorvegliare i condannati. I tre uomini iniziarono a pregare, rivolti alla statua della Madonna a cui erano legati con le catene e mentre pregavano ad un certo punto le guardie vennero colte da un sonno profondo, le catene inspiegabilmente si spezzarono e caddero a terra senza produrre alcun rumore, mentre la voce della Madonna li rassicurò sul fatto che nulla di brutto sarebbe loro capitato, perché il Signore aveva accolto le loro preghiere. Così i tre uomini poterono scappar via dal tempio. Quando le guardie si svegliarono all’alba riuscirono a ritrovare i fuggitivi, ma vennero fermati dal popolo che insorse gridando al miracolo. Il re stesso si presentò al tempio e rendendosi conto di come le catene si fossero spezzate, lasciò liberi i tre uomini condannati . A quel primo miracolo ne seguirono molti altri e il culto per la Madonna della Catena arrivò in molte città del Meridione e così anche a Nicosia.

Pellegrinaggio di San Giacomo da Cerami a Capizzi
Capizzi, una tranquilla cittadina medioevale, dall’affascinante aspetto urbanistico, abbarbicata tra le cime dei monti Nebrodi, cambia aspetto nel mese di Luglio, nei giorni della festa di San Giacomo.
L’Apostolo protomartire, venerato nell’omonimo Santuario, è il protettore dell’Aurea città di Capizzi. Nei giorni che partono dal 16 fino al 26 Luglio, la cittadinanza si stringe numerosa ai piedi di San Giacomo, la cui immagine, con il Santo seduto benedicente, sembra proprio benedire il popolo fedele ai suoi piedi. È una delle feste più spettacolari ed eccentriche della Sicilia.


Il Santuario di San Giacomo di Capizzi è la chiesa jacopea più antica dell’Isola. Il culto risale al tempo dei valorosi Normanni che edificarono una piccola chiesa ai margini del folto bosco di Capizzi, come luogo di eremitaggio. Ebbe un notevole incremento nel 1282 con l’arrivo degli aragonesi, i quali diffusero il culto verso il Santo spagnolo. Nel 1425 data documentata divenne celebre Santuario, quando il cavaliere Aragonese Sancio De Heredia vi deposita alcune sacre Reliquie tra i quali un dito di San Giacomo Apostolo. Capizzi, infatti, possiede la Reliquia di San Giacomo più antica della Sicilia. La festa, che inizia giorno 16 Luglio con la novena, sembra rispecchiare sia il carattere dell’Apostolo, tanto impetuoso da essere chiamato da Gesù “Figlio del tuono”, sia l’irruenza degli stessi capitini che in secoli di acceso culto per l’amato e temuto Santo sembrano quasi aver imitato i tratti caratteriali. All’alba del 25 Luglio vi è l’antica tradizione di percorrere a piedi scalzi il lungo tragitto che il Santo il giorno 26, sorretto a spalle dai suoi devoti, compie per le strade della città toccando tutti gli edifici di culto esistenti e non. Per tutto il percorso, i devoti pregano pronunciando certe formule tradizionali, canti e recitando il Santo Rosario.


Il giorno 26 Luglio è il giorno più atteso del ciclo festivo e più ricco di azioni devote e di storia. Verso le ore 16.00 il Santo viene trasferito, con suono di campane e applausi, dalla vara in oro zecchino dell’altare principale, alla vara massiccia neoclassica, indiscussa protagonista assieme al Santo della processione dei “Miracoli”. Verso le 18.30 ha inizio la processione del Santo, che è accolta dal lancio di carte multicolore, da applausi, assordanti fuochi d’artificio, dal popolo festante che inneggia al Patrono, e dalla Banda Musicale che intona il famoso inno “La leggenda del Piave”. La vara portata a spalle dai devoti, con andata impetuosa, inizia il suo percorso per le tortuose e strette strade di Capizzi, accompagnata dal popolo festante, che esulta e gioisce allegramente accompagnando il proprio Santo. Tutto questo fino ad arrivare in Piazza Miracoli dove i portatori si lanciano con impeto e con tutto il peso della vara contro un muro di una casa ripetutamente, fino a far cedere il muro stesso e creare un grande buco. Queste percosse con la vara del Santo contro il muro, sono chiamati “Miracoli”. Non si conosce con precisione quando abbia avuto inizio il rito, ma si sa con certezza che tale azione risale alla notte dei tempi. Così senza nessun preavviso, San Giacomo, dopo aver compiuto i suoi “Miracoli”, ed aver assicurato una buona annata alla sua gente, lascia la Piazza, e continua il suo giro per la città. Un fragoroso sparo di fuochi d’artificio chiude l’indimenticabile e affascinante festa di San Giacomo.

La città di Cerami nutre forte e viva devozione verso il Santo Apostolo protettore di Capizzi.

Il pellegrinaggio inizia verso le 18,30 dalla chiesa di San Biagio Vescovo e Martire. Si percorre la trazzera regia Cerami - Capizzi passando dalla contrada San Leonardo, Santa Maria del Piano, Croce San Giovanni fino ad arrivare al Santuario di San Giacomo. Nell'ultimo pellegrinaggio hanno partecipato più di 50 pellegrini.
Verso le ore 21,30 conclusione del pellegrinaggio. La maggior parte della strada è asfaltata e sterrata. I pellegrini ceramesi partecipano al pellegrinaggio con viva fede, alcuni scalzi, con inni, canti e rosari lungo il cammino.
Terminato il pellegrinaggio, si svolge la processione delle Sante Reliquie.


Per informazioni Associazione San Francesco d'Assisi
FRANCESCO SARRA MINICHELLO
CONTRADA SAN BENEDETTO,1
98031 CAPIZZI -- ME
TEL 3347475307